Diciamoci la verità, è capitato più o meno a chiunque di ricevere un regalo di Natale di cui proprio non si sa cosa fare e che ha portato subito a pensare: “Voglio riciclarlo”.
Dai classici calzini di nonni e zii a qualche utensile da cucina che si ha già o un soprammobile dal gusto discutibile.
Ogni pacco a Natale nasconde una sorpresa e non sempre quest’ultima si rivela gradita. Cosa fare allora?
Alcuni studi rivelano come in occasione delle festività natalizie un italiano su tre cerchi di riciclare un vecchio regalo di Natale.
Si tratta di quegli oggetti ricevuti nel corso degli anni e di cui ci si vuole disfare, donandoli magari a una persona non troppo cara, ma alla quale si vorrebbe comunque regalare qualcosa.
Il rischio dietro l’angolo è però sempre quello di finire a spedirli alla stessa persona dalla quali li abbiamo ricevuti, collezionando così una pessima figura.
Non sempre ci si ricorda infatti di chi fosse quel brutto regalo che si vuole rifilare a qualcun altro.
Come fare allora per non sbagliare? Semplice, sfruttando la potenza del web e le piattaforme di compravendita.
Si tratta di una pratica ormai collauda e che ogni anno cattura l’attenzione di sempre più persone, tanto da essersi guadagnata una propria denominazione specifica.
Parliamo del regifting, termine inglese usato per indicare l’azione che porta a riciclare qualche regalo ricevuto in passato.
Farlo ormai è facilissimo. Basta iscriversi a una delle innumerevoli piattaforme online che permettono la compravendita tra privati e rimettere sul mercato il proprio prodotto.
Nei Paesi del Regno Unito è diventata ormai una consuetudine da qualche anno, ma ora questa pratica si sta diffondendo anche in Italia.
Stando a una ricerca commissionata da eBay nel 2020 e condotta da Kantar, nel corso delle festività natalizie dell’anno precedente il 57% degli italiani aveva ricevuto un dono non in linea con le proprie aspettative.
Una persona su dieci aveva allora deciso di rimettere in vendita l’oggetto in questione, così da disfarsene e ricavare anche qualche soldo.
La pratica del regifting ha infatti diversi vantaggi.
Permette di liberarsi di un regalo che non si vuole più, dando la possibilità di acquistarlo a chi invece lo vuole davvero, e di incassare pure qualche soldo, da reinvestire poi in acquisti più adatti a sé.
Si crea così un circolo virtuoso, all’interno di un mercato più ecosostenibile, limitando gli sprechi.
Non solo. Attraverso il regifting si riesce anche a evitare il rischio di restituire il regalo a chi ce lo aveva inizialmente fatto.
Sebbene in Italia molte persone provino ancora un certo imbarazzo al solo pensiero di riciclare un regalo ricevuto, c’è chi di questi problemi non se ne fa affatto.
E parliamo di sempre più persone.
Stando a un’analisi compiuta dal Centro Studi di Confcooperative, oltre venticinque sono i milioni di italiani disposti a disfarsi di un pacco indesiderato, così da non dover neppure spendere dei propri soldi per comprare qualcosa da regalare a qualche persona in particolare.
Tra i prodotti maggiormente riciclati troviamo quelli enogastronomici (soprattutto bottiglie di vino, spumanti, panettone e pandoro), seguiti poi dai capi di abbigliamento (cappelli, guanti e sciarpe), dai cosmetici (profumi) e dai libri.
Per poter sfruttare la pratica del regifting e rimettere in vendita qualche vecchio regalo, è molto importante ricordarsi sempre di aprire con molta cura ogni pacco ricevuto a Natale.
Rovinare la confezione o l’oggetto stesso potrebbe renderlo invendibile o meno appetibile sul mercato, motivo per cui è sempre fondamentale scartare con attenzione il regalo che ci è stato fatto.
Altro aspetto da tenere in considerazione, al fine di evitare una spiacevole situazione di imbarazzo, è quello di valutare attentamente l’oggetto che si sta rimettendo in vendita.
Se a donarcelo fosse stata una persona per noi importante, forse potrebbe essere il caso di non cederlo ad altri.
Potrebbe capitare, infatti, che l’autore del regalo capiti a casa nostra e ci chieda che fine abbia fatto proprio quell’orrendo maglione che ci aveva regalato.
Se non fosse più nell’armadio, quale scusa si potrebbe inventare?
Meglio allora scegliere con cura quali regali riciclare con il regifting, così da non offendere nessuno e non rischiare di rovinare qualche rapporto con un familiare o un amico.
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