C’è l’accordo con l’industria alimentare sul patto anti-inflazione e nella creazione di prezzi calmierati nei supermercati: l’annuncio arriva dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine della riunione con le associazioni.
“Il sistema Italia unito parteciperà a questo trimestre di anti-inflazione per contenere i prezzi di beni a più largo consumo non soltanto alimentari dal primo ottobre al 31 dicembre e credo che questo sia un successo del sistema Italia”.
Da ottobre partirà quindi il Trimestre Anti Inflazione sul carrello della spesa: in sintesi un paniere di prodotti di prima necessità a prezzi calmierati.
“Sono molto soddisfatto” ha commentato Urso, ribadendo di aver “apprezzato la volontà delle associazioni che rappresentano l’industria della produzione come Federalimentari, Centromarca, Union food, Ibc che parteciperanno al patto antinflazione insieme alla distribuzione, ai commercianti, agli esercenti, alla grande distribuzione e anche alle altre associazioni di impresa che hanno manifestato la loro adesione”.
Centromarca: “Lotta all’inflazione è una priorità”
“La lotta all’inflazione e la tutela del potere d’acquisito delle famiglie, in una fase particolarmente delicata della congiuntura, è una priorità per il tessuto industriale del Paese”, dicono Francesco Mutti, presidente di Centromarca e Flavio Ferretti, presidente di Ibc (Industrie beni di consumo) a proposito dell’intesa raggiunta al Mimit sul patto anti-inflazione.
“La volontà del ministro Urso di coinvolgere tutte le componenti della filiera in uno sforzo comune – proseguono – è stata determinante per catalizzare l’ampio confronto, promosso da Centromarca e Ibc nel mondo associativo industriale che ha portato alla redazione della lettera di intenti condivisa e accettata oggi”.
Centromarca e Ibc si augurano che il Mimit convochi al più presto il tavolo di lavoro, “così da poter mettere a fuoco e affrontare le innumerevoli criticità che generano inefficienze e quindi costi all’interno della filiera dei beni di consumo”.
“Federalimentare è molto soddisfatta dell’intesa raggiunta con il Ministro Urso che, grazie a un dialogo costante proseguito per tutto il periodo estivo e mai interrotto, ha permesso anche all’industria alimentare di poter aderire al trimestre anti-inflazione con una specifica lettera di intenti — spiega poi in una nota il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino —.
“La firma odierna conferma il grande senso di responsabilità dell’industria alimentare italiana sia verso il Governo che verso i consumatori. Nonostante il comparto abbia subito fortissimi aumenti sul costo delle materie prime, degli imballaggi e dell’energia ed abbia assorbito gran parte degli aumenti dovuti all’inflazione, in noi è prevalso il senso di responsabilità e di tutela verso gli italiani e le famiglie in difficoltà. Infatti – prosegue Mascarino – secondo l’ultima analisi fatta dal Centro Studi di Confindustria il margine lordo del settore industriale alimentare si è molto ridotto, passando dal 10,3% medio nel 2019 al 5,7% nel 2022, segno evidente che le imprese hanno dovuto assorbire internamente parte dei maggiori costi della spirale inflazionistica non scaricandoli sul consumatore finale”.
I prodotti a prezzi calmierati ad alimentari e beni di consumo
Il patto riguarderà un elenco di beni, ancora in definizione, che conterà sia prodotti alimentari, ma anche beni di largo consumo per l’igiene personale o l’igiene per la casa.
“Vi partecipano anche le associazioni delle farmacie e parafarmacia. Tutti si impegnano a contenere i prezzi e questo darà un colpo definitivo all’inflazione a beneficio di tutto il sistema paese e darà fiducia ai consumatori che potranno rifornirsi di quello che necessitano a prezzi più contenuti e allargare i consumi e la base produttiva i prodotti”, sottolinea il ministro.
A strettissimo giro – ricorda poi Urso – partirà inoltre un tavolo di confronto con tutti gli attori della filiera produttiva «per lavorare insieme in maniera sistemica, continuativa e strutturale» al contenimento dei prezzi.
L’intesa è arrivata dopo mesi di discussioni accese: a luglio era infatti stato siglato un protocollo di intesa tra il governo e le associazioni del commercio.
All’iniziativa aveva aderito la distribuzione in vista di una firma dell’accordo entro il 10 settembre mentre l’industria alimentare si era invece sfilata dall’operazione giudicandola “impraticabile” e potenzialmente distorsiva del mercato.
Dice Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione: “Abbiamo auspicato sin da subito la partecipazione del mondo della produzione industriale al progetto di contrasto all’inflazione e vediamo quindi con favore il cambio di rotta, seppur tardivo, rispetto alla posizione iniziale di chiusura” E aggiunge: “Il settore della Distribuzione Moderna, ha dato sin dalla fase iniziale la propria disponibilità all’intesa con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Già da diciotto mesi, infatti, le aziende distributive si stanno dedicando incessantemente a tutelare il potere di acquisto degli italiani, anche attraverso uno sforzo economico che ha messo sotto forte pressione la loro stessa redditività. Come settore, daremo continuità a questo impegno nell’offrire opportunità di convenienza e risparmio alle famiglie, attraverso le varie attività che saranno individuate da ciascuna impresa”.
L’intervento sui prezzi nasce dalla volontà di contrastare l’inflazione ancora alta, specialmente sul carrello delle spesa, e limitare il conseguente effetto-freno sui consumi.
Stando al “Rapporto Coop 2023” nei prossimi mesi le intenzioni di spesa degli italiani fanno segnare una brusca inversione di rotta. Con il 36% degli italiani pronto a ridurre i consumi.